Oggi pubblico l'intervista fatta a Mario D'Arienzo (vedi profilo linkedin) un brillante studente/operatore del settore digitale, una persona incrociata durante un fantastico corso di digital marketing svolto a Salerno. Mario mi ha colpito subito per la sua passione (che condivido) per le auto d'epoca!
Anche Mario D'Arienzo rientra in quella categoria di persone che ho incrociato durante i periodi in cui mi sono occupato di formazione digital e sono veramente felice di pubblicare le sue risposte!
Ciao Mario, come sempre è un immenso piacere avere modo di scambiare qualche chiacchera digital con te! Fonte inesauribili di ispirazioni e consigli relativi alla visual identity delle aziende. Vuoi raccontare a chi ci legge chi sei?
Sono uno studente di Fashion Management che coltiva il sogno di diventare un Brand&Marketing manager. Appasionato di moda, motori, musica (specialmente anni '70/'80/'90) e negli ultimi tempi anche di neuromarketing, materia che approfondito non appena possibile.
Abbiamo sicuramente in comune qualcosa: Motori e Musica! Ti ho sempre visto super impegnato, fortunatamente hai trovato tempo per dedicarmi questa intervista! Oggi di cosa ti occupi? Cosa fai nelle tue giornate?
Per adesso mi occupo di aiutare le persone e le aziende a creare il proprio brand, curandone sia gli aspetti visivi (visual identity) che non, come ad esempio stilare delle linee guida "comportamentali" dell'azienda o della persona, affinché vengano fuori i valori che si intende far emergere.
Laddove necessario, mi occupo anche di indagini di mercato ai fini di individuare il giusto posizionamento del prodotto sul mercato e della ricerca di eventuali partner che possono aiutare l'azienda ad emergere nel proprio settore e aumentare la percezione del brand.
Cosa ti ha spinto a intraprendere questo percorso, perché hai fatto questa scelta di posizionarti tra l'artistico e l'uomo di marketing?
Perché negli anni ho notato che, a differenza di molti miei colleghi che erano particolarmente creativi, io ero in grado di coniugare la creatività e l'esigenza del mercato, pensando a prodotti la cui estetica risultasse fin da subito vendibile. In poche parole, non mi interessava fare delle opere d'arte che avrebbero poi avuto problemi di costi di ingegnerizzazione, di costi ecc...
Mi interessava unire l'estetica con quello che il mercato avrebbe potuto cercare di lì a poco.
Devo dire che ciò che hai scritto, sul come ti posizioni tra la necessità di creare identità visuale ma al contempo riuscire a rendere le cose "vendibili", sia per me un dettaglio importante. Non è sempre facile far coincidere l'estetica con gli obiettivi di marketing.
Non mi resta che chiederti cosa ti auspichi per il futuro.
Spero di trovar lavoro quanto prima e di far carriera in diverse aziende che sono mai vertici della moda, per poi aprire uno studio di consulenza.